Sono oltre 3 mila gli ettari coltivati a Cortese in una zona che comprende quattro regioni tra quelle italiane più vocate alla viticoltura: Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Liguria.

È nel Monferrato, tuttavia, che questo vitigno offre alcune delle sue migliori espressioni, da racchiudere in un calice di bianco.

“Piemontese, falso e cortese”: conosci questo modo di dire?

Sappi che questo stereotipo non è l’unico motivo per cui la parola “cortese” si lega al Piemonte e al Monferrato: il Cortese è anche un vino, poco noto, ma che può riservare piacevoli sorprese.

Continua a leggere per conoscerlo meglio!

Descrizione del vitigno cortese

Autoctono e a bacca bianca, il vitigno Cortese ha trovato una dimora d’eccezione nella zona collinare della provincia di Alessandria e nel Tortonese, ormai oltre mille anni fa.

La sua storia sfuma tra leggenda e realtà e la conoscenza approfondita delle sue caratteristiche, delle sue preferenze e potenzialità ha permesso e permette tutt’oggi, a chi lo vinifica, di tirare fuori tutto il suo meglio.

Le caratteristiche dell’uva Cortese

Chi conosce un po’ di piemontese non si stupirà degli altri nomi con cui il Cortese è conosciuto: Corteis, Courteis e Courteisa. Anche se il suo nome, come vedremo sotto, è legato a una leggenda, è facile sospettare che esso abbia anche a che fare con le sue caratteristiche, tra le quali spicca la delicatezza del succo.

Terreni ricchi di marne argillose, caratterizzati da un’alternanza di “terre bianche” e “terre rosse”, esaltano i profumi fruttati che spesso caratterizzano i vini a base Cortese.

Non è un caso, dunque, che le colline del Monferrato siano tra le più ospitali per questo vitigno. Le zone più vocate sono la provincia di Asti, sulla sponda destra del fiume Tanaro, e la provincia di Alessandria, specialmente sulle colline che uniscono Ovada ed Acqui Terme a Nizza Monferrato.

Le uve Cortese si distinguono facilmente per la loro forma conica o piramidale, con una o due sporgenze alari e acini ovoidali color oro.

La resa di questo vitigno, che viene vendemmiato entro metà settembre, è molto buona, anche se, nel Monferrato, molti produttori preferiscono abbassarla per aumentare la concentrazione e la qualità.

Storia del vitigno Cortese tra leggenda e realtà

Abbiamo già accennato alla presenza di una leggenda legata al nome del Cortese in Piemonte. Essa narra le gesta della Principessa Gavia, figlia del re dei Franchi, che si sposò contro la volontà della corte.

Siamo nell’Alto Medioevo e, come è facile immaginare, il padre non era così “sciallo” come potrebbe essere quello di una teenager Z-Gen! Infatti, la Principessa dovette mettersi in fuga, trovando rifugio a Gavi, proprio lì dove nascevano e crescevano splendidi grappoli color giallo oro.

Un’uva la cui bellezza e cortesia fu associata a quella della giovane, tanto da diventare ispirazione per il suo nome.

Passando alla storia, quella meno romantica ma maggiormente documentata, quel che è certo è che il Cortese viene menzionato per la prima volta nel 1614 in un inventario del Castello di Casale Monferrato. Riconosciuto come uvaggio ufficiale già nel 1658, grazie alla lettera del fattore del Castello di Montaldeo indirizzata al Conte Doria, viene poi nominato nelle pubblicazioni ampelografiche del 1798, curate dal Conte Giuseppe Nuvolone Pergamo.

Con l’arrivo della filossera, un insetto devastante per le viti, il Cortese rischia addirittura l’estinzione, ma negli anni Cinquanta del secolo scorso viene riscoperto da Mario Soldati.

Nel 2003, il CRM conduce uno studio da cui emerge che il Cortese è oggi un vitigno ricco di biodiversità naturale, che vanta ben 75 biotipi diversi, mentre, nel 2004, viene completato l’Albo Vigneti del Gavi, prima certificazione completa che censisce gli impianti per una denominazione di vino italiano.

Oggi, il Cortese gode di una grande stima del mondo vitivinicolo e degli appassionati di vino. La sua nota attrazione verso le brezze salmastre, che arrivano dalla Liguria e che lo trasformano in un vino piacevolmente sapido, ne ha favorito la diffusione e la valorizzazione nel Piemonte meridionale.

Facendo un passo indietro nella storia del Cortese va ricordato che, durante il Rinascimento, fu eletto bacca di corte dei nobili di Genova, sottolineando il forte legame tra questo vitigno e il mare, poco distante.

Vino Cortese del Piemonte

Dall’uva al vino il passaggio è obbligato, quando si parla di Cortese. Obbligato sì, ma non scontato, visto che, una volta vendemmiata, l’uva viene trattata e vinificata nei modi che più gli si addicono e secondo tecniche e saperi che solo i wine makers che hanno studiato a fondo il Cortese sanno mettere in pratica.

Ciò che ne deriva è un vino dalle caratteristiche peculiari, alquanto versatile ed esaltato dai giusti abbinamenti.

Caratteristiche del vino

Colore giallo paglierino a cui, a volte, soprattutto in gioventù, si aggiungono i riflessi verdolini.

Il profumo di fiori e frutti è delicato… Ma sarebbe il caso di dire gentile o, meglio ancora, cortese. In bocca il vino è secco, abbastanza caldo e decisamente fresco e sapido, con un caratteristico fondo amarognolo.

Questi sono i tratti distintivi facilmente riscontrabili nei vini a base Cortese, ma, va detto, ogni singolo prodotto di ogni singola denominazione, realizzato in una microzona e da un produttore specifico, avrà la propria identità unica: è questo il bello dei vini ottenuti da vitigni autoctoni!

Tipologie: un vino bianco tante sfumature

La popolarità del vino Cortese va di pari passo con quella del vitigno da cui viene prodotto. Dunque, dopo la riscoperta di Mario Soldati, arrivano gli importanti riconoscimenti dei vini Cortese in Piemonte.

Così, nel 1974, il Gavi, uno dei più celebri vini a base Cortese, si guadagna la DOC e, nel 1988, la DOCG. Ulteriori caratterizzazioni del vino arrivano nel 2002, quando il Consorzio Tutela del Gavi vieta l’impiego di viti geneticamente modificate per la produzione del Gavi DOCG.

Il Cortese è un vitigno versatile, capace di dar vita a vini molto diversi tra loro.

Quando si pensa al Cortese, ad esempio, la mente va a un vino armonico e raffinato, sì, ma che dà il meglio se bevuto in gioventù. Questo non vale, però, per alcuni prodotti che, grazie ad un prolungato affinamento in legno, presentano maggior struttura e propensione all’evoluzione.

Altro mito da sfatare è quello che associa il Cortese esclusivamente a vini fermi: niente di più sbagliato e basti pensare agli splendidi esempi di Cortese frizzante o spumantizzato con Metodo Charmat e ai metodi classici ottenuti dalla rifermentazione sui lieviti in bottiglia. Questo è dovuto soprattutto al forte profilo acido su cui il Cortese può contare.

Abbinamenti gastronomici con il Cortese

Grazie alla sua freschezza e sapidità, il Cortese viene solitamente abbinato alla cucina di mare. Pesci al sale o al forno sono gli abbinamenti ideali per le versioni più semplici, mentre primi a base di frutti mare si abbinano a vini più strutturati. Ma se davanti abbiamo un pesce grasso, come il salmone, la soluzione giusta sarà un Cortese spumante.

Le migliori espressioni del Cortese del Monferrato

Prodotti indimenticabili a base Cortese non mancano, ma, volendo semplificare, possiamo esaminare le DOC e le DOCG del Monferrato che si ottengono da uve Cortese.

Il Gavi, o Cortese di Gavi è l’unica DOCG basata sul Cortese e, vista la vocazione di questo territorio alla sua coltura, la fascetta rosa è pienamente meritata! Il Vino Gavi si distingue per essere monovarietale e prodotto in un territorio molto circoscritto, che si restringe ulteriormente per i prodotti con menzione “Gavi del Comune di Gavi”.

Il Cortese che rientra nella DOC Piemonte è meno caratterizzato territorialmente, ma non meno rappresentativo. In questa DOC, infatti, rientra una delle interpretazioni più elaborate del Cortese, frutto dello studio del territorio e del vitigno autoctono. Stiamo parlando del Monolite di Hic Et Nunc, un vino parzialmente affinato in barrique, che risulta complesso e strutturato, pur conservando quel profilo di freschezza e immediatezza che caratterizza i vini a base Cortese.

Il fatto che la Cantina Hic Et Nunc sia stata eletta a testimonial del Vino Cortese, nel 2022, la dice lunga sul suo forte legame con questo vino e con il vitigno da cui si ottiene.

Altro esempio di Gavi in grado di rappresentare appieno il nostro territorio è il Cortese dell’Alto Monferrato DOC, che deve avere almeno l’85% di uve Cortese ed è disponibile nelle versioni secco, frizzante e spumante.

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Francesca Rolle

Vendo vini, assaggio vini e racconto vini….a volte anche ai miei figli come fiaba della Buonanotte!
Sono sommelier AIS da qualche anno ma amo il vino fin dal primo assaggio e non solo per il suo sapore ma per il gusto della scoperta che accende in me.
La cosa che mi appassiona di più è scoprire la storia, fatta di luoghi e di uomini, che ogni vino racconta. | Visita sito